Urban Art e Non Art

Urban Art è la sezione in cui si dà spazio alle varie espressioni artistiche in relazione alle città: murales, graffiti e performance a cielo aperto sono il risultato di una cultura underground il cui linguaggio non convenzionale si inserisce in una comunicazione diretta tra l’artista e la città e tra la città e lo spettatore.

Arte di Strada, una forma d’arte alternativa e indipendente che negli ultimi anni sta acquisendo un ruolo sempre più attivo in riferimento alla riqualificazione delle periferie e dei luoghi dimenticati e abbandonati al proprio destino. Perchè l’intento e di trasformare i non-luoghi in luoghi, collaborando alla diffusione di una cultura gratuita e liberamente fruibile.

Prendiamo in considerazione l’intervista fatta a Ugo Nespolo, uno degli artisti relazionatisi con la Street Art. Oltre a dare sfogo al talento naturale con opere grafiche, Ugo realizzava film indipendenti. Ripartendo dal Futurismo, ha riversato la creatività anche nell’Arte Applicata e i suoi lavori rappresentano un orientamento moderno ancora oggi non del tutto condiviso.

Ugo si concentra sulla Street Art che ha visto nascere a New York nel 1966. Secondo Ugo la Street Art di oggi sono degli scarabocchietti con poco significato nati tutti da una sottocultura e di conseguenza gli Street Artists di oggi sono un pò il frutto degli avanzi della tarda Street Art Newyorkese. All’epoca c’era il desiderio di portare l’arte per le strade, sui muri, oggi invece sembra che il fenomeno sia invecchiato e il più delle volte ci troviamo di fronte a cose minori.

Ugo è stato tra i primi in Italia a riconoscere il valore del Graffitismo, in particolare nelle opere di Basquiat, conosciuto a New York nella galleria di Annina Nosei at https://ibebet.com/nz/predictions/.

I Graffiti nascono alla fine degli anni ’60 nella “grande mela”. E’ chiamata la moda di “lasciare la propria firma”. I graffiti iniziano così, con una scritta semplice, solo il contorno delle lettere.

I “tags” (così vengono chiamate in gergo le firme dei graffitisti) si sviluppano soprattutto nelle metropolitane dove transitano un gran numero di persone. Dopo qualche anno, si passa si muri e il disegno diventa più complesso e articolato.

I muri sono decorati con un linguaggio grafico fatto di immagini e parole tracciate con bombolette spray, che danno vita ad un intreccio tra le forme d’arte più disparate.

Per certi aspetti rientra in questa propagazione anche “Oh, le beau soleil”, disegnato sull’asfalto con la macchina per la segnaletica stradale, improvvisato su una grande piazza e sulle strade limitrofe di San Benedetto; il suo intento era quello di uscire dagli spazi chiusi, per portare l’arte a contatto con la gente in modo da evadere dall’idea che l’opera doveva stare solo dentro.

Secondo Ugo l’arte è un optional, perchè non ha rapporti reali con la vita; ha perso la sua manualità, il contatto con le persone; si è chiusa in un ambito che è quello del Collezionismo guidato dall’investimento. Pensa che occorra portare l’arte fuori dallo studio.

Oggi l’arte non ha più senso nella vita delle persone, mentre in passato ce l’aveva, quando era legata alla religione.

Le motivazioni che spingono tantissimi giovani a intraprendere questo percorso non canonico dell’arte possono essere molto varie. Per alcuni è una forma di critica verso la proprietà privata, rivendicando le strade e le piazze; spesso, nell’arte di strada si fa una contestazione contro la società o contro la politica. Per altri è più semplicemente un modo per esporre liberamente, senza i vincoli di gallerie e musei; quindi una maniera per autopromuoversi e operare in piena autonomia.

L’arte di strada offre infatti la possibilità di avere un pubblico potenzialmente vastissimo, spesso molto maggiore di quello di una tradizionale galleria d’arte.

Arrivando al giorno d’oggi il movimento si è fatto globale. L’artista di strada è diventato itinerante, viaggia alla ricerca di nuove realtà, per incontrare nuove culture e altra gente.

Oggi vediamo opere di un artista da un capo all’altro del globo e assistiamo alla nascita di una nuova generazione di pubblico che grazie alle nuove tecnologie e l’avvento dei social, pubblicano, condividono, diffondono le immagini delle opere, destinate così a non essere più estemporanee.