Ivo Pannaggi
Ivo Pannaggi (Macerata, 1901 – Macerata, 1981) è stato un pittore e architetto italiano, autore di opere appartenenti al futurismo.
Frequenta gli studi classici ma presto manifesta la sua attitudine per la pittura.
Nel 1919 si presenta alla Casa d’Arte Bragaglia di Roma con due quadri futuristi accolto con entusiasmo da Marinetti e Balla. Iniziano mostre in tutto il mondo e collaborazioni con importanti riviste di cultura italiane e, nel 1922 scrive con Vinicio Paladini il Manifesto dell’Arte Meccanica Futurista.
Collabora come scenografo con il Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia e si iscrive alla Facoltà di Architettura di Roma.
Svolge anche un’attività di grafico pubblicitario, è riconosciuto come uno degli inventori dell’arte postale e un innovatore nel campo poco battuto della caricatura. Nel 1925-26 progetta l’arredamento di quattro ambienti di Casa Zampini a Esanatoglia (Mc).
Seguono mostre futuriste anche in America e nel 1927 decide di presentarsi da Walter Gropius alla Bauhaus che frequenta, senza rinunciare agli impegni artistici internazionali, fino al giorno della chiusura da parte della polizia nazista il 12 aprile 1933.
Nei primi anni ’30, iniziano viaggi verso la Lapponia, coinvolto dai suoi amici norvegesi conosciuti alla Bauhaus e partecipa anche a importanti spedizioni artiche e antartiche.
Dopo il Venezuela e il Brasile, costeggia l’Africa continuando a collaborare come fotoreporter per importanti riviste italiane. Nel 1939 si sposa con una norvegese, Nini Daae Meinich; dal matrimonio nascono tre figli.
Nei primi anni ’40 è di nuovo in Germania; da Berlino è corrispondente di notizie di guerra per importanti giornali italiani e dopo 2 anni, si stabilisce in Norvegia dove riprende a dipingere e inizia una nuova attività come architetto e designer.
Nei primi anni ’70, l’Anticamera Neoplastica di casa Zampini viene trasferita nella Pinacoteca di Macerata. Continua a lavorare per alcuni anni a progetti grafici e artistici.
A metà degli anni ’70 decide di trasferirsi definitivamente a Macerata.
Muore nella casa di riposo della stessa città l’11 maggio 1981.