GINO DE DOMINICIS

Gino de Dominicis (Ancona, 1º aprile 1947 – Roma, 29 novembre 1998) è stato un artista italiano. Controverso protagonista dell’arte italiana del secondo dopoguerra, ha utilizzato diverse tecniche e si è definito pittore, scultore, filosofo e architetto. Il suo lavoro tende a rendersi indipendente sia dalle mode che dai gruppi della neoavanguardia. Dunque, non è inquadrabile in una precisa corrente artistica: né nell’Arte Povera, né nella Transavanguardia, né nell’Arte Concettuale, che respinse irridendola. Volendo sottrarre il più possibile la sua opera all’omologazione del mondo dell’arte contemporanea, si è circondato di un alone di mistero e di irreperibilità, centellinando sia mostre che apparizioni pubbliche e osteggiando la pubblicazione di cataloghi o libri sulla sua produzione, non riconoscendo alla fotografia valore documentario o pubblicitario. Gino de Dominicis nel 1967 espone per la prima volta, nella galleria fondata dal padre ad Ancona, lavori di ispirazione figurativa. Dopo un periodo di viaggi, nel 1968 si stabilisce a Roma. De Dominicis nel ‘68 entra a far parte del Gruppo e nel suo ambito esordisce sulla scena romana con un gesto d’arte realizzato a Piazza del Popolo e documentato nel cortometraggio Zoomtrack (1968-1969). Nel 1969 espone, presso la galleria L’Attico di via Cesare Beccaria, i lavori realizzati nei due anni precedenti.

La ricerca artistica di De Dominicis può essere divisa in due periodi. Il primo compreso tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta in cui l’artista si esprime soprattutto attraverso installazioni e sculture; il secondo compreso tra i primi anni Ottanta e il 1998, anno della sua morte, in cui De Dominicis riprende l’attività di pittore figurativo, dedicandosi quasi esclusivamente ad essa.

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